Ciao, sono Simona, le mani, la mente e il cuore dietro al progetto Hic Sunt Monstra, e questo è il mio blog, dove vi parlo prevalentemente di artigianato e ispirazione. Scrivere è una mia grande passione, spero di riuscire ad coinvolgervi nel mio lavoro anche tramite i miei post.
Da qualche anno il lavoro dell'artigiano non è più lo stesso.
È un aspetto di cui amo parlare, spesso proprio sui miei social, per far buttare al pubblico un occhio sul "dietro le quinte". Così facendo mi rendo conto io per prima di quanti aspetti del mio lavoro non abbiano più niente a che vedere con il suo cuore .
Negli ultimi tempi dedico al mio artigianato e alla mia formazione artigianale solo il 30% del mio tempo. Il resto se ne va in una minima gestione d'ufficio e poi soprattutto in social, uso dei social, marketing, corsi di marketing per usare bene i social (spoiler: in dei momenti vivo tra l'ansia da prestazione e la nausea verso qualsiasi piattaforma).
Nonostante da una parte non possa non cavalcare anche io l'utilizzo di Instagram, Facebook, Tik Tok e simili, resto piuttosto convinta che usarli come strumento di lavoro non dovrebbe portarmi via così tanto tempo. Quando ho iniziato questo mestiere, le mie competenze avevano pochissimo a che fare con la mia capacità di fare video o di leggere i dati delle mie performance per compiacere l'algoritmo. Aggiungo che sognavo che avrei impiegato gran parte della mia esperienza a crescere in ambito artigianale, per arricchire i miei prodotti e imparare a fare cose nuove con le mie mani.
Per carità, la pubblicità è uno strumento necessario e i social ci offrono spesso uno spazio potenzialmente gratuito per farci conoscere. Purtroppo negli ultimi tempi, soprattutto a seguito della pandemia e dei conseguenti disallineamenti sociali, sempre di più tutto transita dai social, che per certi versi continuano ad proporsi come unica alternativa sul mercato, da altri finiscono per fagocitare il nostro tempo e la nostra creatività.
Qualche anno fa, dovendo descrivere ciò che faccio, avrei attinto ad un immaginario di metalli, pietre, resine, pinze, vernici e pizzi. Oggi mi ritaglio uno spazio a fatica per tutto questo, mentre mi destreggio più di frequente tra foto, reel, musiche e applicazioni del telefono, cercando di compiacere un pubblico che sento sempre più distratto e distante.
Mi sono decisa a scrivere questo post a seguito degli ennesimi bug che affliggono Instagram, bug di cui difficilmente si riesce a prevedere inizio, sviluppi, fine: il più delle volte noi "creator" restiamo in balia del caso e della fortuna, sempre più vittime della precarietà che ci contraddistingue quando non siamo "a casa nostra". Abbiamo affidato così tanta parte del nostro lavoro e della nostra identità ad una piattaforma che non solo non fa il nostro interesse (e questo da una parte è anche comprensibile) ma cambia le regole del gioco come e quando vuole.
Sono cosciente che ogni volta che si critica l'attualità rispetto al passato si rischia di suonare nostalgici, di celebrare un Eldorado che non è mai esistito, oppure di tuonare contro i "tempi moderni" solo perché non ci sentiamo al passo.
Ma è altrettanto sbagliato anche quando accettiamo tutto passivamente e senza un minimo di senso critico.
Ogni strumento non è buono o cattivo di per sé, è l'uso che ne facciamo che lo qualifica. Ma è evidente che questi social network hanno su di noi un potere che sarà sempre più difficile gestire in totale serenità, e che, per quanto riguarda la mia categoria, mal si coniuga con i tempi di un'artigiana che ha solo se stessa nel suo team.
Alla pressante richiesta di performance economiche, dovute alle esigenze di vita non solo di un brand ma anche delle persone che ci stanno dietro, si affianca una altrettanto pressante richiesta di performance per nutrire la nostra community di contenuti e valori che sempre più difficilmente arrivano. E non solo perché non siamo "bravi a fare i reel".
Calo dell'attenzione, velocità delle informazioni, durata effimera di ciò che pubblichiamo, sono tutti scogli che contrastano spesso con la sostanza del vero artigianato, che è fatto di scelte, valutazioni e tempi lenti, oculati, originali, fuori dalla massificazione.
Inevitabilmente. molti artigiani vivono questa situazione come un peso o un corto circuito.
La situazione sarebbe più gestibile, o meglio analizzabile, se ci fosse chi si occupa solo dell'aspetto comunicativo? In gran parte sì. È possibile avere sempre a disposizione simili aiuti? Purtroppo no. C'è bisogno di investire tantissimo in una perfetta comunicazione social, e moltissimi artigiani, anche se lavorano bene, non possono economicamente permetterselo.
Ecco che dobbiamo fare tutto da soli, e gran parte dell'impegno che vorremmo spendere nella nostra pura attività viene convogliato su Instagram, Facebook, Tik Tok e sulla loro dinamica. È il nostro secondo lavoro, che diventa paradossalmente quasi più importante del primo.
Da artigiana ho sempre creduto molto nel web e nel suo potenziale, sul modo immediato di comunicare e raggiungere persone che internet offre. Ma l'ho visto anche diventare una gigantesca macchina fagocita idee e energie. Le piattaforme che all'inizio offrivano voce anche a realtà alternative e voci originali, per quanto piccole, adesso ci spingono a parlare, sembrare e infine essere un po' tutti uguali. Perché è davvero difficile mantenere la propria identità e la propria unicità quando si viene misurati sulla base di algoritmi che ci osservano tutti dal solito punto di vista.
Sogno un social che metta davvero in contatto le persone con il cuore degli artigiani, degli artisti e dei creativi, e che renda ad artigiani, artisti e creativi il giusto merito. Probabilmente è un'utopia, e finiremo tutti per piegarci al sistema che più ci promette risultati,
A volte lo stesso discutere di social sui social mi fa sentire quasi in un loop senza senso, lontana dal mio essere e dal mio pensiero. Ma quello che tristemente appare è che "posto ergo sum": se non scriviamo là sopra non esistiamo.
Mi tengo stretto questo mio spazio, il mio blog, il mio sito, che cerco di curare nel modo migliore che posso (il mio terzo lavoro) e nei quali spero sempre di potermi sempre ritagliare un angolo che sia un po' meno conformista. A chi mi segue e mi legge spero di trasmettere sempre un'emozione genuina e reale.
Se così fosse anche per chi mi sta leggendo in questo momento, vi ricordo che questo mio spazio è aperto al dibattito, così com'è settato per poter organizzare direttamente qua sopra la vostra wishlist (condivisibile anche all'esterno) e restare aggiornati, tramite la newsletter, su tutte le novità e le iniziative della Fucina.
Link Utili:
Comments