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Simona

Donna Fata Regina: le donne in Shakespeare



Fare una collezione sulle figure femminili in Shakespeare è sempre stato nella mia "lista dei desideri" lavorativa. Non che non abbia già fronteggiato il pantheon muliebre del Bardo, qua e là. Ma dedicare loro un intero evento ancora mi mancava.


Ho pensato che l'iniziativa "Donna Fata Regina", dedicata al femminile, fosse perfetta per rompere il ghiaccio. Mi sono lasciata ispirare da cinque figure che sono, ognuna modo loro, iconiche del femminino.


Ho sempre trovato affascinante la capacità del drammaturgo inglese di ritrarre le donne, che al netto della cultura di quei tempi hanno spesso trattate con una visione oserei dire moderna. E' evidente che William conoscesse il mondo delle donne e le loro difficoltà. Sarebbe interessante approfondire questi aspetti. Peter Acroyd nel suo libro "Shakespeare. Una biografia." attribuisce questa attitudine al fatto che William fosse nato e cresciuto in un borgo di campagna, in cui le donne avevano un ruolo sociale molto importante, oltre al fatto che fosse molto affezionato alla madre, donna di una intelligenza e cultura superiori alla media.

Il teatro del periodo non contemplava la presenza di donne recitanti. Anche le parti femminili erano affidate a uomini, o giovinetti, che avessero il physique du rôle. Recitare era un'attività sempre sul filo della legalità e della decenza, e alle donne era proibito prenderne parte (anche se si vocifera che qualcuna lo facesse in modo clandestino). Non è chiaro se le si volesse tutelare dallo sconcio, e se perché si pensava che, in quanto figlie di Eva, avrebbero solo potuto aggravare la situazione, suscitando passioni molto più realistiche e sanguigne.


Tutta la società dell'epoca era estremamente poco libertaria nei confronti del genere femminile, in verità, a causa di una cultura patriarcale che non risparmiò neanche la sovrana Elisabetta I, figuriamoci le donne degli strati più umili della società.

Su questa realtà i personaggi femminili di Shakespeare spiccano per la loro iconicità così come per la loro profonda intensità e veridicità. Ognuna di loro ancora ci parla di quella che è la nostra condizione, ancora ci spiega e ci illustra un disagio, una difficoltà, un desiderio di cambiamento che sono ancora molto sentiti nella nostra cultura odierna, nonostante i passi avanti fatti.


Due splendidi film possono illustrarci, divertendoci, la situazione e la posizione delle donne a teatro (e non solo) ai tempi di Shakespeare e subito dopo. "Shakespeare in Love" del 1998, diretto da John Madden, è un film che ha fatto epoca narrando una biografia fittizia del poeta, in cui la trama gioca a citare due grandi sue opere: "Romeo e Giulietta" e "La dodicesima notte". Con Stage Beauty, invece, uscito nel 2004 e diretto da Richard Eyre, siamo già all'epoca di Carlo II. La trama tratteggia molto bene la questione dei ruoli femminili sul palco, e il desiderio di ribellione nei confronti delle imposizioni sociali.


Non so quanto voi siate appassionati di Shakespeare e dei suoi personaggi (non solo femminili). Spero davvero di avervi riservato un posto in prima fila in questo che è il mio spettacolo, la mia visione. Alla prossima, perché di certo questa non sarà l'ultima.



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