Gioielli e magia: un viaggio tra pietre leggendarie, amuleti e incanti.
- Simona
- 7 apr
- Tempo di lettura: 5 min
Sono Simona, le mani, la mente e il cuore dietro al progetto Hic Sunt Monstra, e questo è il mio blog, dove vi parlo prevalentemente di artigianato, letteratura e ispirazione. Scrivere è una mia grande passione, spero di riuscire a coinvolgervi nel mio lavoro e nel mio mondo anche tramite i miei post.

Da sempre, i gioielli hanno esercitato un fascino irresistibile, non solo per la loro bellezza e il loro rapporto con il potere, ma anche per il loro intrinseco legame con la magia, l'esoterismo e il misticismo.
In molti casi erano oggetti da indossare e da sfoggiare, in molti altri tesori da custodire, tramandare e anche da temere. In svariate culture, i metalli e le pietre preziose erano ritenuti portatori di energie sottili, capaci di proteggere, guarire, dominare o maledire.
In questo articolo, esploreremo assieme alcuni dei più affascinanti gioielli magici della mitologia e delle leggende: anelli che dominano il destino, gemme incantate, perle maledette e piccoli amuleti popolari che ancora oggi proteggono chi li indossa.
Il potere racchiuso nei cerchi: anelli magici
L’anello è da sempre il simbolo di legame, potere ed eternità.
In mitologia gli anelli sono spesso oggetti carichi di potere sovrannaturale, la cui finalità è il dominio. Questo li rende ovviamente anche molto pericolosi. Le loro energie sono in fragile equilibrio tra sapienza, e maledizione.
Tra i più celebri ricordiamo l'anello di Re Salomone.
Secondo la tradizione, il re Salomone possedeva un anello capace di controllare i demoni, parlare con gli animali e decifrare i misteri del mondo invisibile. Citato nella Clavicula Salomonis, in un testo biblico apocrifo e in numerosi grimori medievali, questo anello fu donato a Salomone dall'arcangelo Michele. Inciso con un sigillo sacro, fu per il re un potente strumento di saggezza e di dominio, ma lo mise anche pericolosamente in contatto con forze oscure e demoniache che Salomone, in punto di morte, rinnegò totalmente.
Un altro famoso anello magico è l’anello dei Nibelunghi.
Questo anello ha origini nella tradizione folkloristica nordica, fu immortalato nell’epopea medievale La canzone dei Nibelunghi e poi nella famosa opera wagneriana. Secondo la leggenda, questo anello era stato forgiato da un nano della stirpe dei Nibelunghi a partire dall’oro rubato alle ninfe figlie del Reno. Era un oggetto capace di donare potere illimitato a chi lo indossava, ma causava anche livori e invidie, e portava con sé una maledizione mortale che provocherà infine la caduta dell'antico regno germanico dei Burgundi.
Famoso è anche l’anello di Gige, di cui ci parla il filosofo Platone.
Nella Repubblica, infatti, Platone racconta del pastore Gige, che scopre in una voragine nella terra un misterioso anello capace di renderlo invisibile. Con esso, Gige uccide il re della Lidia, Candaule, seduce la regina e diventa il nuovo sovrano. Quella di Gige è una leggenda filosofica che ci interroga sulla natura della tentazione, e svela come, celato agli occhi altrui, chiunque possa compiere azioni terribili.
Pietre leggendarie, talvolta pericolose.
Anche le pietre preziose hanno il loro ruolo come strumenti di magia. Ancora oggi la cristalloterapia ritiene che minerali e pietre conservino delle energie in grado di propiziare effetti sul corpo e sull'anima.
Molte sono le pietre diventate protagoniste di miti e leggende e legate a poteri soprannaturali, alla trasformazione interiore o a oscure maledizioni. Tra le più famose c'è sicuramente la Pietra Filosofale.
Simbolo per eccellenza dell’alchimia, la Pietra Filosofale è una sostanza mitica capace di trasformare i metalli vili in oro e di donare l’immortalità.
Più che un oggetto fisico, essa rappresenta il culmine di un percorso interiore: la trasmutazione spirituale dell’alchimista. Ciò nonostante per secoli e secoli fu ricercata come strumento di ricchezza e potere.
Un'inquietante leggenda ammanta invece il Diamante Hope.
Questo famoso diamante blu, oggi custodito allo Smithsonian di Washington, è avvolto da una fama sinistra. Si dice che porti sfortuna a chi lo possiede: tra i suoi proprietari, si contano Maria Antonietta, Luigi XVI e altri personaggi finiti tragicamente. Maledizione o suggestione? L’aura oscura resta.
Meno noto, ma non meno inquietante, è il caso dell’Amethystina, oggi custodita nel British Museum, dove però non è esposta al pubblico. Questa pietra, arrivata a Londra dal Bengala, porta con sé qualcosa di romanzesco. Il suo proprietario, infatti, colpito dalla sua maledizione, tentò più e più volte di neutralizzarla e di liberarsene, senza mai fisicamente riuscirci: la pietra tornava infatti sempre nelle sue mani, come per magia, e continuava la sua azione offensiva.
Forse la leggenda attorno a questa ametista maledetta fu in realtà costruita ad hoc per promuovere un'opera letteraria. Ma si sa, quando si scomodano energie negative non si sa mai come va a finire...
La Perla Nera della Regina di Saba è un altro gioiello avvolto nel mistero.
Menzionata come simbolo del potere femminile e della sapienza divina, fu custodita dalla famosa regina di Etiopia come strumento di prosperità, tanto che la portava sempre con sé. Ma appena la perla passò di mano, iniziò a diventare un veicolo di sventura. Di questa perla restano solo leggende: oggi, infatti, è considerata ufficialmente smarrita.

Amuleti e talismani tra storia e leggenda.
L'essere umano ha sempre espresso il suo bisogno di protezione non solo attraverso gesti scaramantici ma anche indossando piccoli oggetti carichi di simbolismo.
Amuleti e talismani sono stati per millenni i veri gioielli magici del popolo, connessi alle forze naturali, alla protezione, alla fertilità, alla fortuna.
Nell’Antico Egitto si usavano gioielli di lapislazzuli, poiché questo minerale era considerato sacro.
I simboli più comuni dell'arte orafa egizia erano lo scarabeo e l’occhio di Horus, entrambi tra i più potenti talismani funerari e protettivi. Intagliati anche in pietre verdi o turchesi, venivano incastonati nei gioielli come scudi magici.
Direttamente dall'Antico Testamento, facciamo la conoscenza del pettorale di Aronne.
Descritto nella Bibbia (Esodo 28), il pettorale - indossato dal sommo sacerdote Aronne - era realizzato con dodici pietre preziose, ognuna associata a una delle tribù d’Israele, e al suo interno erano conservate le pergamene con la trascrizione dell'ineffabile nome di Dio.
Trasferiamoci nel sud Italia, dove uno degli amuleti più popolari è il corno portafortuna in corallo. Il “cornetto” rosso ha radici antichissime, che affondano nella Roma pagana e forse ancora prima. Il corno come emblema di fertilità, virilità e forza fisica è infatti comune a molte culture. Quello di colore rosso, associato al sangue e alla vita, aveva la funzione di allontanare il malocchio e gli spiriti maligni. Secondo la tradizione partenopea, il corno dev'essere rigorosamente storto e con la punta.
Realizzati come gioielli preziosi o come semplice bigiotteria popolare, i cornetti ancora oggi si regalano ai neonati come protezione.
Splendidi e potentissimi sono poi i gioielli con la "mano figa".
Anche questo simbolo apotropaico – la raffigurazione di una mano chiusa con il pollice tra indice e medio – ha origini Etrusche e Romane, e simboleggia un gesto di scongiuro contro invidia, malefici, sfortuna e spiriti maligni. In alcune culture ha acquisito anche un significato traslato associato alla fertilità.
È evidente come indossare un gioiello, nella tradizione magica, non è mai un gesto puramente estetico, è semmai l’invocazione silenziosa di un potere, di una protezione o di un desiderio.
Che si tratti di un anello legato ad una sapienza antica, di una perla che custodisce un potere o di un ciondolo portafortuna passato di mano in mano, ogni gioiello può diventare una soglia, un oggetto di confine tra il visibile e l’invisibile.
In fondo qualunque gioiello può trasformarsi un piccolo talismano personale: basta riconoscere il legame che ha con le nostre energie.
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